Amare è il dono

Amare ed essere amati dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Un moto del cuore, uno spazio condiviso, il noi anziché la contrapposizione dell’io e te. L’amore è tale quando accetta chi ama, senza volerlo cambiare, quando comprende e non giudica. “Ti amo perché sei tu”, non perché sei ricco, potente, perché hai prestigio o potere. Ti amo anche quando hai paura, quando sei debole e sconfitto; quando ti arrabbi e mostri lati del tuo carattere non proprio idilliaci.

Ognuno di noi vorrebbe vedere negli occhi di chi ci ama proprio questa accettazione incondizionata, perché vorremmo essere amati per quello che siamo e basta, senza ma né perché. Pensiamo di trovare questo tipo di amore dei genitori, nei figli, nella solidarietà fraterna e nel sentimento del partner, ce lo aspettiamo, perché rappresentano il nutrimento della nostra vita, quello che ci fa sentire felici ed energeticamente espansi. Eppure, in realtà, questo sentimento è un punto di arrivo. Bisogna proteggerlo, questo amore, coltivarlo con attenzione.

Dobbiamo anche renderci conto che questo è un modo di essere che trova in se stesso la sua giustificazione: non amiamo per ottenere qualcosa, amiamo e basta, perché fa parte di noi come un braccio o una gamba, come il nostro stesso respiro. Compiamo gesti d’amore senza alcun secondo fine, come atto del cuore appunto, per essere e non per avere.

E allora, soprattutto in questo periodo, che senso hanno i regali non scelti, arraffati di corsa tra migliaia di altre persone stressate, quelli che chiamo “doni che non donano”, fatti per forma, perché “non posso arrivare a mani vuote” o “e se mi fanno un regalo, che figura ci faccio?”…

E invece arriviamo a mani vuote, ma con il cuore colmo di parole, parole semplici che sanno di verità. Ti voglio bene, desidero che tu sia sano e felice, che realizzi i tuoi sogni…




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