Tutto questa analisi energetica si basa su alcuni principi fondamentali.
Siamo integri
La visione energetico-spirituale ci dice che noi siamo naturalmente integri, perfetti, sani. La nostra cultura invece ci ha insegnato che, per qualche ragione, siamo sempre in difetto e quindi ci è difficile crederlo. Ci manca qualcosa per essere come dovremmo: più soldi o più amore o più salute; basterebbe possedere la macchina del momento, o il fidanzato giusto. Secondo i vecchi schemi, non siamo abbastanza e quindi, ci sembra normale vivere nella carenza. Se non manifestiamo i nostri talenti è solo perché ci siamo dimenticati chi siamo realmente e non abbiamo ascoltato con attenzione le informazioni che ci vengono da tutte i nostri livelli di esperienza. Quindi, per recuperare il nostro equilibrio dobbiamo solo ritornare a essere interi. Non significa che dobbiamo diventare qualcosa d’altro, ma solo che dobbiamo essere pienamente noi stessi. Quando ci permettiamo di esserlo, infatti, siamo in salute, creiamo relazioni affettive e lavorative appaganti e rassicuranti e, infine, viviamo in accordo con l’ambiente che ci circonda.
La responsabilità della nostra vita è solo nostra
Nella prospettiva energetica noi creiamo la nostra esistenza, in ogni suo aspetto, dall’abbondanza economica al successo sociale, ai rapporti affettivi e lo stato di salute o di malattia del nostro corpo.
Ogni singolo avvenimento che accade nella nostra vita è originato da una nostra decisione cosciente o apparentemente inconsapevole.
Noi scegliamo un modo particolare di rispondere alle sollecitazioni esterne e questo dipende dal nostro assetto energetico. Tra le infinite possibilità, eleggiamo un sentimento piuttosto che un altro, un pensiero invece del suo opposto e, quindi, decidiamo come agire o cosa non fare.
Se la nostra risposta alle situazioni che ci si presentano è coerente con quello che siamo nel profondo, cioè se reagiamo senza negare noi stessi, il risultato è che rimaniamo in equilibrio energetico. L’energia scorre in ogni parte del nostro sistema e le informazioni arrivano in tutte le aree.
In questo caso possiamo dire che la nostra riposta è l’amore, in quanto rimaniamo fedeli a quello che siamo e, quindi, amiamo e rispettiamo la nostra essenza.
Quando invece la nostra reazione è determina da motivazioni diverse, come quella comunissima di far piacere agli altri o di essere più amati, potremmo scegliere qualcosa che non va bene per noi e che, alla fine, ci faccia dimenticare chi siamo veramente.
In questo caso la nostra riposta è la paura di non essere accettati o amati.
Tuttavia, anche se ci distraiamo dimenticando chi siamo, una volta compreso cosa stavamo facendo contro di noi, possiamo creare una realtà migliore, sia dal punto di vista del fisico che degli altri aspetti della nostra vita.
Come si formano i muri energetici
Abbiamo la capacità di creare ciò che è meglio per noi in tutti gli ambiti della nostra esistenza. Cosa succede quando il processo si inceppa e il risultato è diverso da quello auspicato?
Dipende dalle idee che formuliamo in ogni momento, dalle convinzioni in cui crediamo magari da anni, dai sentimenti e dalle emozioni che proviamo attimo dopo attimo e dal modo in cui ci definiamo.
Abbiamo visto che, quando tradiamo noi stessi generiamo una tensione che blocca la nostra energia e produce i muri, ovvero lo squilibrio energetico.
L’area della nostra vita bloccata non riceve più le informazioni e si spegne.
Inizialmente creiamo i muri come reazione istintiva alla sofferenza, per proteggerci; non ci rendiamo conto che, facendolo, di fatto, ci perdiamo. Infatti, l’energia bloccata a un certo livello ci porterà a attrarre analoghe esperienze, confermandoci la necessità del muro e isolando sempre di più quella parte della nostra vita.
Il blocco è avvertito a livello emozionale, attraverso disagi come il senso di insicurezza, o il disamore o l’eccessivo controllo; nella vita può portarci per esempio a scegliere di accettare una relazione problematica o un lavoro che non ci gratifica. Infine, il muro non risolto può procedere e manifestarsi a livello fisico con un sintomo.
Come creare ciò che è meglio per noi
Quando siamo consapevoli dei meccanismi che ci fanno decidere qualcosa che non funziona per noi, in generale è facile: se ci accorgiamo che un pensiero non ci porta dove vogliamo, basta cambiarlo.
Ma quando, proprio perché non ascoltiamo, non ce ne rendiamo conto, come possiamo comprendere quale dei nostri schemi ci ha portato fuori strada?
Dobbiamo monitorare le nostre percezioni, cioè il modo in cui interpretiamo la realtà, scegliendo quello che sono più idonee al raggiungimento del nostro obbiettivo. Dobbiamo anche rivedere le nostre convinzioni, eliminando tutte quelle idee del tipo non posso, o non sono capace o non sono degno che non servono al nostro intento. Infine, dobbiamo cercare le etichette più idonee per definire questa nuova condizione.
Una volta individuata l’area di cambiamento, reperire i mezzi per farlo e, soprattutto, farlo.
Il riequilibrio energetico ci può aiutare, in quanto ripristina la nostra comunicazione interiore e ci indica la strada.