Dal libro I sintomi parlano

Alcune patologie analizzate in dettaglio

Il libro “I sintomi parlano” basa la sua analisi energetica sulle ultime scoperte della medicina, grazie all’aiuto prezioso della Dottoressa Gabriella Niort, che ha curato questo aspetto.
L’ analisi dettagliata del singolo disturbo, che prevede due sezioni distinte: la prima, ovvero “La voce della medicina“, è mutuata dalla più aggiornata conoscenza medica. Questa sezione ha una veste grafica con carattere di stampa normale, e comprende: la descrizione della patologia e le cause fisiche conosciute dalla medicina, i sintomi, il decorso – cosa succederebbe, secondo la medicina, se la malattia progredisse.
La seconda parte, invece, è frutto dell’analisi e dell’osservazione energetica. Si intitola appunto “La lettura energetica” ed è immediatamente individuabile, poiché scritta in corsivo e termina con un “Consiglio energetico”; questo paragrafo vuole indicare, in estrema sintesi, il motivo della tensione che ha creato la patologia ed una semplice indicazione energetica per risolverla.
Ecco alcuni esempi:

A come Artrite reumatoide

La voce della medicina

Definizione e cause della patologia: è un’infiammazione non specifica delle articolazioni periferiche, generalmente simmetrica, a decorso cronico e progressivo. E’ una malattia autoimmune. Può evolvere portando ad una distruzione ingravescente delle strutture articolari e periarticolari, con o senza manifestazioni sistemiche. Per la medicina tradizionale le cause sono sconosciute, anche se si ravvede una predisposizione genetica; alcuni fattori ambientali possono avere peso. Un’ipotesi ben accettata è che l’artrite reumatoide sia una risposta ad un agente infettivo ubiquitario, vista la sua distribuzione su scala mondiale, in individui geneticamente predisposti; questa risposta potrebbe creare una reattività crociata nei confronti delle strutture articolari. La membrana articolare si ispessisce ed iperplasizza (“panno”), mentre le cellule immunitarie e le citochine contribuiscono alla distruzione della cartilagine, alle erosioni ossee e, in seguito, alle deformità articolari.
Sintomi: nei due terzi dei casi l’esordio è subdolo, si manifesta con affaticamento, anoressia, debolezza e vaghi sintomi osteoscheletrici che danno un progressivo coinvolgimento articolare. L’inizio della malattia può essere anche acuto, con simultaneo interessamento flogistico delle articolazioni, spesso associato a febbre, splenomegalia, poliadenopatia. Il segno più tipico è la dolorabilità delle piccole articolazioni infiammate (mani, polsi, piedi, gomiti e caviglie), che appaiono gonfie, calde, dolenti e rigide con contratture in flessione; sono coinvolte in modo simmetrico. Inizialmente possono però essere colpite tutte le articolazioni; è tipica la rigidità mattutina e comune la faticabilità. Si possono sviluppare rapidamente deformazioni articolari, per anchilosi ossea e contratture dei tessuti molli, che diventano stabili. Le manifestazioni extraarticolari a volte possono costituire l’aspetto più evidente della malattia: sono i noduli reumatoidi, anche viscerali; la vasculite, che può causare ulcere agli arti inferiori, mononeuriti multiple e polineuropatie, lesioni ischemiche di ogni distretto; si possono verificare versamenti pleurici o pericardici, lesioni interstiziali polmonari, linfoadenopatie, episcleriti e scleriti e l’osteoporosi secondaria. La diagnosi clinica si avvale di criteri stilati dall’American College of Rheumathology e si basa su almeno quattro dei seguenti sintomi: rigidità mattutina, artrite presente in più di tre articolazioni, piccole articolazioni colpite, simmetria dell’artrite, noduli reumatoidi, presenza del fattore reumatoide nel siero, alterazioni radiologiche tipiche.
Decorso: è una patologia profondamente invalidante e condiziona pesantemente la vita della maggior parte di chi ne è affetto. Il suo decorso, nonostante le sue potenzialità distruttive, può essere assai eterogeneo, con remissioni più o meno durature. Il 15% di chi ha l’artrite reumatoide può avere remissione spontanea senza deformità. Il 75% dei soggetti sottoposti a terapia conservativa, migliora la sintomatologia nel primo anno di malattia; dopo 12 anni meno del 20% risulterà indenne da deficit funzionali o deformazioni ed il 10% andrà incontro a gravi disabilità, nonostante la terapia appropriata a pieno regime. L’aumento della mortalità, che è (2.5 volte maggiore) è legato ai casi più gravi per infezioni ed emorragie gastrointestinali, ma anche ai farmaci usati.

La lettura energetica

Per l’artrite reumatoide vale l’interpretazione fornita per l’artrite, e cioè l’interessamento del Chakra della Radice negli aspetti della sicurezza e di tutto ciò che rappresenta sicurezza nella vita della persona, solo che in questo caso non si tratta di una patologia infiammatoria acuta, bensì cronica ed altamente invalidante. Inoltre, essendo una malattia autoimmune, presuppone una tensione anche a livello del Quarto Chakra, che indica tensioni nell’area delle relazioni. Dobbiamo considerare il Chakra della Radice, che rappresenta il filtro di paura attraverso cui la persona vede il mondo, il Chakra del Cuore, nel suo aspetto della percezione dell’amore e il Terzo Chakra, poichè si tratta di una patologia infiammatoria.
Quindi, se analizziamo la malattia mettendoci al posto della persona che l’ha creata, vediamo che il suo significato è molto più grave: il risultato dell’artrite reumatoide è la riduzione drastica dei movimenti fino all’immobilità, perchè tale patologia può evolvere in una distruzione delle strutture articolari.
Poiché i sintomi prevalenti sono dolore e rigidità, potremo dire che, la persona che li manifesta sta riducendo la sua capacità di movimento nelle aree della sua vita che corrispondono alle localizzazioni dei sintomi; questo lo fa per paura ( poiché si tratta di articolazioni, Primo Chakra) di non essere amata ed accettata (Quarto Chakra, malattia autoimmune, che è un’aggressione verso se stessi) ed esercita un controllo eccessivo (Terzo Chakra, l’infiammazione) che la rende rigida.
Anche in questo caso, per avere una decodifica precisa del sintomo, dobbiamo distinguere la localizzazione della patologia, e poi considerare il chakra più vicino. Bisogna inoltre osservare quale lato del corpo è colpito e che cosa la persona si impedisce di fare una volta che si è manifestato il sintomo.
Per esempio, se una persona è affetta da artrite reumatoide alle mani ed ai polsi, il risultato della patologia è che, ad un certo punto, non sarà più in grado di prendere ciò che vuole e ciò che la rende felice; questo significa che lei sa quali sono i suoi obiettivi, ma si impedisce di raggiungerli per una tensione al Quinto Chakra (l’aspetto del ricevere, che corrisponde alle mani ed i polsi); si blocca per paura (Primo Chakra, le articolazioni) di non meritarli (Quarto Chakra, la percezione dell’amore e la patologia autoimmune).
Consiglio energetico: la persona affetta dall’artrite reumatoide, oltre a guardare il mondo attraverso un filtro di paura, non si sente amata. Per sciogliere queste tensioni deve ritrovare la sua sicurezza, riequilibrando il Primo Chakra, e alimentare il Quarto, riconnettendosi con la percezione dell’amore. In questo modo smetterà di auto-aggredirsi, permettendosi di vivere liberamente gli aspetti della vita che aveva irrigidito.
Nella Meditazione dei Colori, pertanto, porrà particolare attenzione al Colore Rosso ed al Colore Verde, oltre al chakra corrispondente a dove si manifesta il disagio.

B come Bulimia nervosa

La voce della medicina

Descrizione e cause della patologia: la bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate, che si verificano almeno due volte la settimana per almeno tre mesi. Questa modalità di assunzione del cibo è caratterizzata da fame insaziabile, da senso d’angoscia e colpa, seguite da comportamenti compensatori incongrui per evitare l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi e diuretici, il digiuno e l’attività fisica eccessiva. A differenza delle pazienti anoressiche, però, il peso è normale.
Come per l’anoressia, a tutt’oggi, non c’è una dimostrazione scientifica di un’unica causa dei disturbi del comportamento alimentare. Nella bulimia si riscontra una preoccupazione eccessiva per il peso e per la figura corporea. Quando la persona affetta da bulimia mangia, si sente ansiosa e spaventata, colpevole o priva di controllo nei confronti del cibo. Gli eventi tendono ad essere episodici e vengono compiuti in segreto, innescati da stress psicosociali che possono verificarsi anche più volte nella stessa giornata. Generalmente, il rapporto con la madre è freddo, soffocante o negativo.
Sintomi: abbuffate con frequenza almeno bisettimanale, accompagnate da una sgradevole sensazione di non riuscire più a fermarsi una volta che si è iniziato a mangiare; comportamenti compensatori per impedire l’aumento di peso: vomito autoindotto, abuso di farmaci lassativi e diuretici, attività fisica esagerata; l’autostima e la fiducia in sè stessi sono legate solo all’aspetto fisico ed al peso corporeo; la persona ha un’immagine di sè fortemente negativa e vive sensi di colpa e rimorsi. Rispetto alle persone che soffrono di anoressia mentale, i bulimici tendono ad avere maggiore consapevolezza e parlare del loro problema.
Sono soggetti a comportamenti compulsivi, all’abuso di sostanze e alcool, e alla depressione conclamata.
La maggior parte delle complicanze fisiche deriva dal comportamento di purificazione. Il vomito autoindotto porta all’erosione dello smalto dei denti incisivi e ipertrofia dolorosa delle ghiandole salivari. A volte s’instaura un ipopotassiemia grave. Una complicanza importante è la rottura dell’esofago o dello stomaco, in cui si rischiano conseguenze letali. L’uso di sciroppo di ipecacuana per indurre il vomito può causare cardiomiopatia.
Decorso: sono colpite da bulimia prevalentemente le ragazze nel pieno dell’adolescenza, ma il fenomeno sta aumentando anche in età più avanzata; non è una patologia con un’evoluzione così benigna: infatti, il 10-25% dei casi non curabili vanno in contro alla cronicità, mentre il 35% ha una ricaduta dopo 5 anni.

La lettura energetica

Dal punto di vista energetico la persona affetta da bulimia ha una tensione a livello del Primo Chakra, che concerne il rapporto con la madre ed il lasciarsi nutrire dal suo amore, e a livello del Terzo Chakra, come indicano i sensi di colpa (rabbia verso se stessi) ed il vomitoauto indotto, oltre alla paura di perdere il controllo nei confronti del cibo.
Anche in questo caso, i soggetti maggiormente colpiti sono adolescenti o giovani donne; spesso è stato riscontrato che il rapporto con la madre delle persone affette da bulimia è problematico. Vale quanto detto per l’anoressia: la persona ha deciso che il rapporto con la madre non le ha dato il nutrimento di cui aveva bisogno; quindi, non si sente amata dalla prima fonte d’amore e decide di essere “sbagliata”.
Il risultato energetico è che decide di ritrarre le radici, percepisce il mondo attraverso un filtro di paura. Dato che non si sente accettata, non si accetta. Per sedare la paura, mangia compulsivamente, ma questo alimenta la paura di non essere accettata, esasperando la tensione al Primo Chakra, in un circolo vizioso di ansia e di angoscia. In più si innesca la paura di perdere il controllo nei confronti del cibo (Terzo Chakra), che determina il sintomo principale di questa patologia, il vomito autoindotto. La tensione al Terzo Chakra nasce anche dalla mancanza di autostima ed dall’immagine di sé fortemente negativa, oltre che dalla necessità di allontanare gli altri (il vomito).
La maggior parte delle complicanze fisiche deriva dai comportamenti compensativi. L’aspetto più grave, che puòE portare addirittura alla morte, è la rottura dell’esofago o dello stomaco. Questo indica che la non accettazione di sè (Quarto Chakra, l’esofago) o il controllo spasmodico (Terzo Chakra, lo stomaco) rendono preferibile morire che vivere subendo una tensione così intensa.
La bulimia è una patologia che spesso si cronicizza senza arrivare a questi estremi: è importante quindi che la persona risolva la sua tensione remota, si senta nutrita ed appagata interiormente e si apra all’accettazione di sè.
Consiglio energetico: la persona che soffre di bulimia ha deciso che il rapporto con la madre non le ha dato il nutrimento che aveva bisogno; decide di essere “sbagliata” ed ha paura. La patologia indica una tensione nel Primo ed nel Terzo Chakra. La persona deve di nuovo permettersi di essere nutrita dall’amore della madre, riconnettendosi alle sue radici; deve sentirsi libera di essere se stessa, ed amata per questo.
Nella Meditazione dei Colori, pertanto, dovrà porre particolare attenzione al Colore Rosso e Giallo.

C come Cefalea (mal di testa)

La voce della medicina

Descrizione e cause della patologia: con il termine cefalea si indicano tutte le sensazioni dolorose cicoscritte al capo; possono avere diversa intensità e localizzazione, essere a carattere continuo, intermittente od occasionale. La cefalea viene considerata secondaria quando rappresenta il sintomo di altre patologie o è conseguente a traumi cranici; può essere anche conseguente alla depressione. E’ considerata primaria quando è essa stessa una malattia.
La cefalea primaria si divide in emicrania, cefalea muscolo-tensiva, cefalea a grappolo, cefalea mista (quadro con caratteristiche delle prime due), cefalea psicogena pura, cefalea post-traumatica tardiva.
Le sequenze di eventi che provocano questa patologia non sono ancora ben chiare; il dolore è causato, in ultima analisi, dalla dilatazione o dalla costrizione delle pareti dei vasi, con conseguenti anomalie del flusso ematico cerebrale, che porta ad un’infiammazione neurogena e alla stimolazione delle terminazioni nervose intracraniche. Le ultime ricerche hanno individuato dei meccanismi automatici, comandati dal cervello, responsabili dell’insorgenza del dolore. La cefalea, quindi, sarebbe un segnale d’origine nervosa, una specie di anomala attività neuronale anomala: è come se scattasse a vuoto un “antifurto”, lo stesso riflesso automatico che s’innesca in caso di pericolo.
Anche se i meccanismi causali non sono ben definiti, sono identificati molti fattori scatenanti. Gli estrogeni sono connessi all’insorgenza della cefalea che compare nelle donne in età fertile nel periodo perimestruale o periovulare, nelle terapie ormonali, e , a volte, scompare con la menopausa. Altri fattori sono: l’insonnia, la fame, i cambiamenti barometrici.
Nella cefalea muscolo-tensiva la causa si ravvede in una continua ed involontaria contrazione dei muscoli del capo e del collo, dovuta a stress.
Sintomi: in generale, la sintomatologia è rappresentata da dolore alla testa, a volte accompagnato da disturbi visivi e vomito; nella cefalea muscolo-tensiva si manifesta tensione ai muscoli del capo e del collo.
Più precisamente, vediamo i sintomi delle maggiori categorie di cefalea.
Nella cefalea muscolo-tensiva il dolore è continuo, non pulsante, che opprime la testa come un casco stretto e si irradia ai muscoli del collo; il sintomo è bilaterale, sordo e penetrante, ma non tale da compromettere le attività. Si associa a tensione psicofisica cronica e problemi posturali. In questo tipo di cefalea vi è uno stato di iperalgesia cranica con amplificazione del dolore stesso: si associa a emicrania concomitante, alterazioni dell’umore, disturbi del sonno e stati d’ansia con continua ed involontaria contrazione dei muscoli del capo e del collo.
Nell’emicrania il dolore è pulsante che dura da 4 a 72 ore, ha intensità moderata o grave, è unilaterale e colpisce la fronte, la tempia e l’occhio; si possono manifestare anche insofferenza alla luce, agli odori ed ai rumori, nausea e vomito. Peggiora con l’attività fisica. Nel 10-20% l’emicrania è preceduta dall'”aura” (lampi di luce, scotomi scintillanti, ecc.). Vi possono essere sintomi prodromici: depressione, irritabilità, anoressia.
Nella cefalea a grappolo gli attacchi compaiono raggruppati. Questa forma è caratterizzata dal dolore molto violento, grave, unilaterale, quasi sempre localizzato nello stesso lato del capo. Di solito è in sede periorbitaria, sovraorbitaria e/o temporale ed è associato almeno ad uno dei seguenti sintomi: lacrimazione, arrossamento dell’occhio, naso chiuso, sudorazione cospicua del viso, caduta e/o edema della palpebra e miosi, ed è centrato attorno ad un occhio. L’attacco varia da 15 minuti a tre ore e si presenta a cicli, può ripetersi fino a 8 volte al giorno. Gli attacchi sono raggruppati in periodi di settimane o mesi (grappoli), separati da periodi di remissione della durata di mesi o anni. Nella cefalea a grappolo i fattori scatenanti sono l’alcool, il sonno ed i cambiamenti barometrici.
Decorso: secondo della tipologia della cefalea, il suo evolversi può essere da facilmente risolvibile a realmente invalidante.

La lettura energetica

La sintomatologia della cefalea riguarda un dolore alla testa e, quindi, la principale indicazione sarà una tensione a livello del Settimo Chakra, aspetti del rapporto con l’autorità o con il padre. Per avere più dettagli, tuttavia, dobbiamo analizzare precisamente la localizzazione del sintomo e quello che impedisce di fare alla persona, oltre che esaminare il momento della sua insorgenza.
Nella cefalea muscolo-tensiva la persona manifesta un dolore continuo, che opprime la testa come un casco stretto e si irradia ai muscoli del collo; questo significa che esercita un eccessivo controllo (Terzo Chakra, i muscoli) e si impedisce di esprimere quello che è vero per lei (Quinto Chakra, il collo) quando si trova a dover fronteggiare all’autorità. Questo può nascere da una relazione non risolta con il padre, o da un senso di esclusione (Settimo Chakra, dolore al capo).
Nelle emicranie il dolore colpisce la fronte, la tempia e l’occhio: in questo caso la tensione è più rivolta agli aspetti del Sesto Chakra, lo spirito; potremmo affermare che la persona sta facendo qualcosa “contro” il suo Spirito, qualcosa che non vuole vedere. Può essere che la persona si consideri solo corpo fisico, oppure si identifichi con il ruolo che ha nella vita, piuttosto che per quello che è realmente. Quando il soggetto manifesta anche insofferenza alla luce, nausea o vomito, significa che c’è anche una tensione a livello del Terzo Chakra, con un probabile conflitto tra l’aspetto dello Spirito e della Personalità.
Nelle cefalee a grappolo la tensione si manifesta prevalentemente da un solo lato ed è molto più invalidante; se la persona manifesta il dolore nella parte sua parte yang, maschile, il conflitto sarà tra l’autorità (o il padre, o Dio) e ciò lei che vuole; se il sintomo si manifesta nella sua parte yin, femminile, il conflitto sarà tra l’autorità ed i suoi sentimenti.
Consiglio energetico: la persona che manifesta una cefalea vive in modo conflittuale tutto ciò che rappresenta l’autorità. Questo denota una tensione a livello del Settimo Chakra. Per risolvere il conflitto dovrà aprire questo centro energetico negli, riconnettersi con l’amore del padre e rendersi conto che l’autorità agisce anche a suo favore, per il suo bene.
Nella Meditazione dei Colori presterà particolare attenzione al colore Viola.